Fano è la mia città. Qui sono nato nel 1957, in una famiglia umile ma piena di dignità e rispetto per il valore delle piccole cose.
I miei genitori mi hanno insegnato l’importanza fondamentale che hanno onestà, responsabilità e coerenza. Mio padre Eugenio, avrebbe voluto fare l’ortolano e invece divenne operaio per la necessità di mantenerci tutti: mia madre Benilde, casalinga, ed i tre figli, Giorgio, Mario e Carla. Il mio ricordo dei tempi passati è di una bella infanzia e di un’adolescenza serena, nella nostra casa di periferia, circondati dai parenti che abitavano vicino, tanto da avere i miei cugini come primi compagni di giochi.
Anche allo studio ho sempre dato valore, come si raccomandavano i miei genitori. Dopo il diploma di ragioniere presso l’Istituto C.Battisti a Fano, venne nel 1983 la laurea in Economia e Commercio presso l’Università in Ancona. E, quindi, il lavoro, già da tempo sovrapposto agli studi.
Nel 1980 ho iniziato a lavorare in banca, all’allora Cassa di Risparmio di Fano. Poi, nel 1998, ho deciso di intraprendere una nuova sfida professionale in un’altra banca, la Cassa Rurale di Sant’Andrea di Suasa, divenuta poi Banca Suasa, qui sono cresciuto, passando da responsabile commerciale, a titolare di filiale (a Senigallia e Fano) e a Direttore Generale nel 2009. A fine 2018 è diventato Banco Marchigiano ed io, dopo tanti anni di lavoro, sono andato in pensione.
Questa fase di vita nuova l’ho presa non come un traguardo, ma come una nuova partenza, come aprire una pagina bianca e scriverci sopra, e io vi assicuro, da scrivere ne ho davvero tanto.
A Fano, ho creato la famiglia assieme a mia moglie Maria.
Per noi, come per le generazioni che ci hanno preceduto, la famiglia resta il primo e vero punto di riferimento. Assieme abbiamo cresciuto i figli, Giuseppe e Michele, che ci stanno dando grandi soddisfazioni, senza smettere di sorprenderci ogni volta che siamo noi a imparare qualcosa da loro anche se oggi non abitano più con noi e stanno vivendo la loro vita
Ogni giorno, oltre all’affetto della mia famiglia, mi fanno compagnia piaceri più semplici e immediati, per certi versi più profondi.
Il piacere della tavola, quando mia moglie Maria, lei che è così brava a farlo, cucina il pesce in maniera insuperabile.
Il piacere della compagnia della nostra cagnolina, con le sue feste che mi segue ovunque vada.
Il piacere dell’orto, dietro casa, che non è solo uno spazio dove coltivare in modo naturale quello che mi piace mangiare, ma un modo piacevole di trascorrere piacevolmente del tempo con mia madre e mia moglie che qualche volta mi aiutano nelle faccende.
E quando mi concedo una passeggiatina nell’orto, dietro casa, spesso per me è una fucina di ricordi, soprattutto ricordi di mio padre, ortolano da diverse generazioni, in cui mi perdo volentieri. Il piacere di passeggiare per Fano, soprattutto di notte, dove quasi mi pare di avvertire il respiro della città, come se fosse tutta mia. O forse, come se la mia città mi ricordasse quanto sia stata fondamentale nella mia storia.
In fondo, quello che scrivo su Fano vuole essere l’adempimento di tale debito di affetto.
Sono stato sempre una persona curiosa, un collezionista, fin da ragazzo: prima le monete di Vittorio Emanuele III e della Repubblica, poi i santini e le immagini sacre di vario genere.
E’ però nel 2008 che venni come folgorato da una vecchia fattura commerciale fanese. Mi capitò per caso tra le mani e improvvisamente mi chiesi se questa mia passione, questa indole così meticolosa, non potesse portare a qualcosa di utile per la mia città, per Fano. Iniziare a frequentare la Biblioteca Federiciana e l’Archivio di Stato di Fano, ne divenne la naturale conseguenza, al fine di trovare nuovi materiali per la mia raccolta di inserzioni pubblicitarie, fatture, cartoline commerciali e soprattutto notizie riguardo la storia economica locale, quella cosiddetta “minore” eppure altrettanto autentica, su imprenditori, artigiani e commercianti di Fano.
Non posso negare che sia stata una ricerca faticosa e dispendiosa. Alle difficoltà nel trovare il tempo necessario alla raccolta (tanto da trascorrere le mie ferie visitando archivi e biblioteche della provincia), si aggiungevano quelle legate alla scrittura, una forma espressiva che avevo trascurato preferendo da sempre quella verbale, più istintiva ed immediata.
Eppure, magari lentamente, ma senza perdere in passione e costanza, nello spulciare tra tutta quella carta, che probabilmente appariva priva di utilità e significato agli occhi di molti, io ricordo invece l’emozione che provavo, come se si aprisse uno squarcio nella memoria e mi tornassero alla mente nomi e attività di una Fano del passato che io stesso avevo dimenticato e nel rivivere quei ricordi mi sembrava di rivedere anche tutto il loro fervore, tutto quel darsi da fare che ci contraddistingueva.
Il 26 novembre 2010 è stato il giorno in cui, a Fano presso la Mediateca Montanari, ho finalmente presentato il libro, frutto della mia ricerca: “Fano attraverso le inserzioni pubblicitarie. Storie di imprese e di imprenditori”. E’ stata una grande soddisfazione, condivisa con tante persone, davvero moltissime, a cui sono grato per essermi state vicine e senza le quali non sarei riuscito a portarlo a termine.
Purtroppo ancora oggi lego, questa forte emozione, all’enorme dispiacere provato per la scomparsa di mio cognato, avvenuta nello stesso giorno, ed all’impossibilità di mio padre, di presenziare, come avrebbe voluto, essendo da tempo malato, e che a distanza di qualche mese se ne sarebbe andato per sempre. Mi resta, con affetto, il ricordo di entrambi, sapendo che continuerebbero e continuano a incitarmi con il medesimo orgoglio
Questo secondo libro è stato pubblicato nel 2017 ed è stato in un certo senso la continuazione del precedente sempre in tema di fanesità.
Ho lavorato per vent’anni in una cooperativa bancaria: Banca Suasa, e mi ha fatto molto riflettere sulla natura delle cooperative, maturando la convinzione che sono portatrici di un sistema economico più sensibile e sano, fondato sul principio della solidarietà: l’unico ed il solo che determina un autentico livello di civiltà e benessere in una collettività. Ed è proprio il ruolo economico e sociale svolto dalle cooperative che ispira questa mia ricerca, finalizzata nello specifico, all’analisi delle cooperative di Fano; partendo da questo proposito, ho cercato di individuare e ricostruire alcuni aspetti dello sviluppo della cooperazione fanese, nel periodo che va dal 1879, data di costituzione della prima società, all’inizio della seconda guerra mondiale. Questa ricerca è stata effettuata, in gran parte, attraverso la consultazione dei materiali sia della Camera di Commercio di Pesaro, disponibili in fascicoli presso l’Archivio di Stato di Pesaro, (ove sono raccolti atti costitutivi, statuti, elenchi dei soci, relazioni dei Presidenti e dei Collegi dei Sindaci, bilanci, verbali dei Consigli di Amministrazione e delle Assemblee Sociali, provvedimenti del Ministero e atti dei Commissari giudiziali), sia della Biblioteca Federiciana di Fano e dell’Archivio Diocesano di Fano (dove sono disponibili quotidiani, riviste, periodici e documenti vari).
Al di là dello sforzo di riordino e rielaborazione dei materiali reperiti, il taglio espositivo ha tenuto conto della mia predilezione per gli aspetti sociali e umani della vita delle cooperative analizzate, oltre che dell’attività economica delle stesse. L’elemento che è emerso con maggior incisività e che ha orientato la mia ricerca, in un senso piuttosto che in un altro, è stato la passione e l’’impegno che hanno animato i diversi cooperatori fanesi; nel descrivere le storie di queste cooperative, ho voluto citare i nomi dei soci fondatori affinché si conosca e venga ricordato il coraggio di chi, per primo, ha abbracciato gli ideali della cooperazione. Quelle che seguono, pertanto, sono pagine che rappresentano uno straordinario fenomeno di esperienza che è la cooperazione fanese del periodo 1879-1939.
Difficile stabilire quale sia stata l’incidenza del movimento cooperativo sullo sviluppo economico della nostra città, probabilmente non ne è stata una componente di rilievo, considerando, per esempio,la breve durata in vita delle cooperative. Diverso è il giudizio se si fa riferimento all’incidenza politica, soprattutto nei primi anni del ‘900; basta leggere i vari periodici fanesi per rendersi conto del contributo dato dalla cooperazione all’affermarsi degli ideali di solidarietà, che venivano propagandati con il diffondersi dei vari movimenti politici e che diverranno, con il tempo, l’animo della cooperazione. Da fanese, un po’ ”vulòn”, mi auguro che in futuro, indagando ulteriormente nella vita delle oltre sessanta cooperative fanesi qui esaminate, non manchino notizie sorprendenti, tali da riscrivere pagine significative della storia della mia città. Nell’ultima parte della ricerca, ho voluto raccontare altre storie di imprenditori fanesi, continuando ciò che ho scritto nel mio primo libro: “Fano attraverso le inserzioni pubblicitarie: storie di imprese e imprenditori”.
Oggi presento questo lavoro, consapevole che non si tratta dell’opera di uno storico, ma il risultato del mio impegno nell’approfondire la conoscenza del mondo cooperativo fanese e desidero ringraziare le Istituzioni e le persone tutte, da me interpellate, per la disponibilità e la collaborazione che mi sono state sempre prestate nelle ricerche documentali.
Quest’ultimo libro, al quale io ho solo collaborato con Don Silvano Bracci